03/12/2014
E’ stato definito «impianto per far divertire i ricchi e viziati». L’espressione, riferita all’autodromo di Lavariano, fa sussultare Gianni Marchiol, imprenditore friulano di 75 anni, pilota plurititolato, già campione italiano di rally, impegnato con determinazione anche in iniziative di pregnante significato sociale.
Ricco e viziato a chi? «Sono un ragazzo di borgata, fattosi dal niente con sacrifici e volontà», dice Marchiol, che quell’autodromo aspetta da anni. Convinto che creerà movimento e sviluppo.
Funzione sociale
«Innanzitutto, la guida sicura. Senza polemica verso le scuole guida – afferma –, solo in pista si capisce bene il senso di una curva, di una traiettoria. La velocità è una bomba e se non la sai gestire è una bomba atomica».
Educare i giovani
Marchiol spiega come è diventato campione: «Ho patito la fame vera. Così ho imparato che per arrivare bisogna volerlo.E ai giovani bisogna dare l’esempio». Non è una predica da uno come lui, fondatore dal Panathlon club Udine nord, per oltre 20 anni allenatore della squadra di calcio del Centro di don Larice, ambasciatore di spirito sportivo e del volontariato.
Opportunità di benessere
«Sêstu furlan? Puartimi la valîs»: il campione cita il detto per invitare i friulani a «uscire dall’orto, basta piangersi addosso». L’agonismo porta gente: «Quando c’è movimento, qualcosa resta sempre attaccato»: una previsione positiva per l’economia locale e regionale. «La sfida è togliere dall’autodromo di Fiume chi arriva da Austria e Germania».
I pro e i contro
Ci sono lati positivi e negativi, se ne rende conto l’esperto pilota. «Ci sarà un po’ di rumore – ammette –.Ma l’autostrada vicina non ne produce? Un rumore relativo, da parte di moto e auto di ultima generazione. Un po’ di inquinamento, pure. Ma dove non ce n’è?». Marchiol sfida gli ambientalisti sulla coerenza: «Vanno dappertutto in bici?».
La proposta parte da lontano
«Con Enzo Cainero e Orioli – ricorda Marchiol – l’autodromo era previsto, già presi contatti con l’ex sindaco Gomboso. L’ ostacolo, il costo: 4 miliardi di lire, non c’era sponsor. Se Cainero si fosse rivolto all’automobilismo anziché al ciclismo, l’autodromo sarebbe cosa fatta. Invece ci andrò col bastone a vedere i giovani.